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Emorroidi: gli alimenti consigliati e quelli da non mangiare

Le emorroidi, con cui spesso si indica erroneamente la sindrome dovuta alla loro infiammazione, sono le strutture vascolari del canale anale che svolgono la funzione fondamentale di contenimento fecale. Si tratta, dunque, di una componente normale del corpo umano, la cui “anormalità” sopraggiunge in caso della cosiddetta malattia emorroidale. A meno che non si renda necessario un intervento chirurgico, le emorroidi infiammate sono trattabili con farmaci antiinfiammatori (che operano in realtà sui sintomi, lenendo il dolore) o con precise misure alimentari utili tanto per contrastare quanto per curare la patologia. Scopriamo allora quali regole di condotta adottare, cominciando da una panoramica generale di questo fastidioso e doloroso disturbo.

emorroidi

Cause e sintomi delle emorroidi

Le cause delle emorroidi possono essere molteplici:

  • Sedentarietà;
  • Alimentazione scorretta;
  • Predisposizione genetica alla patologia;
  • Stipsi e più in generale alterazioni del ritmo intestinale;
  • Cattive abitudini igieniche, come trattenere l’impulso all’evacuazione o trattenersi in bagno più a lungo del necessario;
  • Variazioni ormonali (nelle donne), ad esempio durante il ciclo mestruale, l’ovulazione, la gravidanza o la menopausa;
  • Pratica di sport come equitazione, ciclismo, motociclismo o body building, che sforzano continuamente la zona rettale.
  • Invecchiamento.

Quando uno o più di questi fattori di rischio provocano le emorroidi, le vene dell’ano subiscono un processo di progressiva dilatazione. A seconda dello stadio in cui avanza la malattia, si può parlare di:

  • Emorroidi di primo grado: completamente interne al canale anale. È possibile che sanguinino ma non fuoriescono in nessun caso, nemmeno durante l’evacuazione.
  • Emorroidi di secondo grado: hanno un volume maggiore e possono fuoriuscire dal canale anale, rientrando al termine dell’evacuazione.
  • Emorroidi di terzo grado: fuoriescono non solo durante l’evacuazione ma anche in caso di sforzo e necessitano dell’intervento manuale per rientrare nel canale anale.
  • Emorroidi di quarto grado: una volta fuoriuscite non possono più essere ridotte manualmente.

La sintomatologia, di conseguenza, varia a seconda della fase della patologia. Nel momento in cui le emorroidi cominciano a gonfiarsi possono verificarsi:

  • Prurito e bruciore anale;
  • Sensazione di fastidio e secchezza anale;
  • Dolore rettale;
  • Perdite muco-sierose;
  • Arrossamento;
  • Difficoltà nell’evacuazione;
  • Perdite di sangue (più il sangue è scuro, più proviene dall’interno dell’intestino).

Come alimentarsi con la sindrome emorroidale?

Per quanto i fattori all’origine dell’infiammazione alle emorroidi non siano esclusivamente di natura alimentare, adottare il giusto stile di vita e le giuste regole a tavola può fare davvero la differenza per prevenire o alleviare il disturbo. A fare da protagonista indiscusso sono le fibre, che non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione e men che meno quando si soffre di questa patologia. Le fibre, infatti, aiutano il transito intestinale e contribuiscono ad ammorbidire le feci, rendendone meno dolorosa l’espulsione. Dunque quali alimenti occorre preferire e quali evitare?

Sì a… 

melone

Frutta: da preferire il melone le mele e le bacche scure (more, mirtilli e ciliegie). Il melone, ricco di ferro, reintegra le perdite di questo prezioso minerale con la fuoriuscita di sangue con le feci. Mele e bacche scure, invece, contengono gli antociani e le proantocianidine che rafforzano le vene e riducono l’ingrossamento delle emorroidi.

cipolla

Verdura: soprattutto a foglia verde scuro per il suo contenuto in fibra. Aglio e cipolla sono grandi alleati per la loro capacità di scindere la fibrina, una proteina importantissima utilizzata nella coagulazione del sangue che, se accumulata in eccesso, può provocare infiammazione ai vasi sanguigni, soprattutto nella regione anale.

crusca

Farinacei integrali e crusca: soprattutto con la crusca il consiglio è di integrarla gradualmente nella propria dieta per evitare evacuazioni troppo ravvicinate dovute al suo contenuto davvero elevato di fibra.

No a…

grassi

  • Alimenti ricchi di grassi, come salumi, formaggi stagionati, fritture, merendine.
  • Alimenti speziati o troppo salati, che rischiano di infiammare l’intestino.
  • Alimenti irritanti per la mucosa anale, come bevande gassate, caffè e alcool.

Con queste informazioni alla mano, finché l’infiammazione non ha raggiunto gradi di eccessiva gravità mai sottovalutare il potere d i sane e corrette scelte alimentari.

 

 

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