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Erbacce spontanee: si possono mangiare? 7 erbe commestibili

Quali sono le erbacce spontanee che si possono mangiare, magari portandosele a casa per prepararne un fresco piatto estivo, o direttamente sul posto, al momento della raccolta, per ritrovare un più diretto contatto con la natura? È una domanda che ci saremo posti mille e mille volte, ma trovare una risposta non sempre è facile. Eppure i nostri campi sono disseminati di erbe spontanee benefiche e commestibili, e il nostro compito è quello di imparare a riconoscerle e distinguerle dalle altre, magari simili nella forma, ma, spesso, tossiche se ingerite. Ecco dunque, per facilitarvi il compito, una pratica guida con 7 tra le erbacce spontanee commestibili più diffuse.

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L’ortica è tra le erbacce spontanee commestibili più diffuse e conosciute

Mangiare erbacce spontanee: quali le più comuni

Partiamo dalla regina delle erbacce spontanee che si possono mangiare: l’ortica, famosa per i suoi fastidiosi effetti urticanti ma anche comunissima in prati e giardini, nonché versatile al punto da essere impiegata tanto in cosmetica quanto in cucina. Il suo sapore, a parere di chi l’ha assaggiata, ricorda vagamente gli spinaci.

La borragine è un’erba altrettanto conosciuta come la precedente, nonché disponibile in un buon numero di banchi del mercato, il che la rende sicuramente più facile da reperire. Di questa si possono ingerire senza temere conseguenze sia le foglie – ideali crude come insalata, lesse o come condimento – che i fiori, i quali si prestano anche ad eleganti decorazioni del piatto.

Anche il finocchio selvatico rientra tra le erbacce spontanee commestibili. Riconoscibile per la caratteristica infiorescenza gialla che spunta in luglio e agosto, questo, oltre ad essere impiegato in minestre e insalate, è spesso ingrediente unico di liquori e tisane.

Comunemente diffusa nelle zone pianeggianti è invece la cicoria vera, individuabile dai caratteristi fiorellini viola che spuntano nelle stagione calda dell’anno; questi però, per quanto belli da vedere, i non possono essere ingeriti. Si tratta infatti di un erba spontanea che si presta ad essere commestibile prima della fioritura.

Quali altre erbe spontanee sono commestibili?

Continuiamo la nostra lista di erbacce spontanee commestibili aggiungendo il tarassaco all’elenco – conosciuto anche come dente di leone – il quale ricorda la rucola nell’aspetto delle foglie così come nel sapore, tendente all’amarognolo. Tale erba, ricca di ferro, si presta ad essere ingerita sia cruda che cotta.

Anche la margheritina pratolina entra a pieno titolo tra le erbacce spontanee che si possono mangiare senza timore di incorrere in intossicazioni, anche se è consigliabile raccoglierne le foglie e portarle nell’apparato digerente prima che la fioritura sia avvenuta. Perfetta per la preparazione di insalate e minestroni, la margheritina pratolina è una pianta amica dei salutisti grazie alla sua comprovata azione disintossicante, che stimola la diuresi purificando l’intero organismo.

Completiamo il nostro elenco delle più comuni erbacce spontanee commestibili aggiungendo la carota selvatica, diffusa in zone pietrose, la quale si presta ad essere mangiata nella sua interezza. Come la più famosa carota arancione, infatti, anche di questa possiamo assaporarne la lunga radice sotterrata, così come non sono da disdegnare le foglie che fioccano in superficie. Fiorisce in estate, ed è questo il momento ideale per raccoglierla e cibarsene. Perfetta se mangiata cruda, si fa apprezzare altrettanto se aggiunta nella preparazione di zuppe e minestre.

Un consiglio a margine è quello di portare con sé, nelle scampagnate fuori città, un pratico erbaio (magari fai da te) con nomi, foto e campioni fisici delle piantine d’interesse, da consultare ogni qual volta siamo di fronte ad un’erbaccia apparentemente commestibile, ma di cui non siamo sicuri al 100%. Se non riusciamo a raggiungere la certezza che la piantina adocchiata sia quella che crediamo, rivolgiamoci ad un esperto prima di ingerirla; una piccola precauzione, questa, che può fare la differenza.

 

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